ASSURDA SEDUTA CONSILIARE, AL LIMITE DELLA CORRETTEZZA

Una seduta da villani

Non pensavo giammai di dover comunicare pubblicamente le gravi scorrettezze, anche sul piano personale, di alcuni amministratori nella circostanza di un recente Consiglio Comunale. Finora la dialettica politica, seppure qualche volta aggressiva, mai era giunta al grado della cafonaggine di oggi.

La seduta consiliare era pubblica, convocata per la presa d'atto delle nuove nomine dell'esecutivo ma ciononostante ha registrato la partecipazione di sole tre persone, ivi comprese la sottoscritta e il presidente del Movimento civico “crescere insieme”.

Ecco in sintesi i fatti:la seduta prenatalizia, anziché chiarire credibilmente i motivi della “rimodulazione” della Giunta e della nota defenestrazione dell'assessore Fazio, si è rivelata come movente per sferrare un indecente attacco nei confronti di un civico Movimento. Invece di parlare delle difettanti ragioni politiche si è colta l'occasione per aggredire le persone di buona volontà, dotate di competenze politiche, che fanno da contrappeso allo strapotere, a volte fuori legittimità, di un'amministrazione (caso peculiare) che non ha per nulla una minoranza consiliare. Si sono accorti che l'associazione si sta mostrando in grado di offrire quel contrappeso democratico e per questo uno sconsiderato Sindaco l'ha improvvidamente definita “setta”, denominando i soci “adepti” di tale setta segreta. Con poco timore di sbagliare si può presumere che la definizione sorge perché qualcuno pensa che l'associazionismo non controllato direttamente dal despota, sia di disturbo e occorra demonizzarlo. Non importa neppure la sfida che egli ha lanciato agli “attributi” – che a suo dire non ci sarebbero – a misurarsi nel 2016. Quel che importa adesso è far sapere agli inconsapevoli cittadini con chi hanno a che fare in questo momento. Tasse, artifici di bilancio per impegnare e spendere denari che non ci sono, oscurantismo sulla vera questione dell'acqua potabile e sulle tariffe, Tares che quasi nessuno ha istituito e invece il grande amministratore ha fatto pagare ai cittadini di Fabrizia. È opportuno rammentargli che se non si fossero mossi gli amici dell'Associazione a spingere per la riduzione delle tariffe, queste sarebbero state un salasso completo, cosicché pur rimaste sovradimensionate rispetto al valore base degli elementi che dovevano costituirle, sono state alquanto ridotte.

-Ha lamentato la scarsa partecipazione! Ma cosa pensa, che la gente corretta e produttiva, preoccupata per un pezzo di pane, stia a sua disposizione al solo fine di dargli la soddisfazione di avere un muto collettivo, possibilmente da screditare con i suoi metodi arroganti e denigratori?

-L'altra spina nella scarpa, il “tentativo” elettorale dei democratici, secondo lui non riuscito. Certo che non è così. La scoppola è quella presa dall'Amministrazione comunale. Abbastanza normale che gli elettori abbiano votato un concittadino, però guarda caso, hanno preferito l'assessore in via di defenestrazione, al resto dell'amministrazione comunale. Il tentativo del P.D. è invece riuscito appieno. Nessun “piagnisteo” politico e nessuna “bocca asciutta” per il partito perché il candidato sostenuto dai Democratici fabriziesi, l'Avvocato Michele Mirabello, Segretario del P.D. Provinciale – del cui direttivo mi onoro di far parte – siede e opera nell'importante consesso della Regione Calabria. E certamente la sfida, terminologicamente sguaiata alla “setta”, dà il senso di come si barcameni grossolanamente la piccola squadra che non sa più a cosa aggrapparsi.

La contestazione politica fatta col famoso manifesto, definito “buco nell'acqua”, è un'azione totalmente democratica puntuale e pubblica, e come tale in grado di scalfire anche le saccenti convinzioni d'intoccabilità. Logicamente quello scritto ha dato fastidio, ma la controffensiva intimidatrice d'ipotetiche denunce non pare abbia una convinta attendibilità. È comprensibile che i rilievi sull'operato amministrativo non vengano digeriti ma è diabolico che il sindaco torni sempre a coppe, scaricando solo sui dirigenti le sue “pensate”. Egli è di sicuro al corrente che le “somme urgenze”, qualora davvero sopraggiungano, sono statuite e acclarate da un particolare atto sindacale definito “ordinanza”. Non può quindi, ogni volta, tirarsi fuori su tutto, e scaricare a iosa sui responsabili burocratici.

L'altro “grande” tema riguarda le critiche sulla questione dei lotti cimiteriali. Che il vetusto vicario di un assurdo ritorno al passato abbia o non abbia già una cappella nell'ambito del cimitero comunale, poco importa. Quello che oggi viene all'occhio è una scelta scellerata di una lottizzazione, della quale non si comprende come e quando si sia decretata la necessità e, inoltre, quali siano stati i criteri regolamentati per l'assegnazione. Ma tant'è, tutto si può fare secondo i soliti metodi autocratici.

Cosa si può pretendere da un Sindaco cui sta scomodo persino che ancora persista lo storico Asilo Infantile, eccellentemente operoso nella comunità fin dalla prima metà del secolo scorso? Non si è neppure risparmiato la critica nei confronti delle persone che aiutano economicamente le Suore a provvedere alla sostituzione della caldaia da riscaldamento. Sarebbe stato invece apprezzato che gli amministratori si prodigassero a dare l'esempio e promuovere l'aiuto che merita un'istituzione che ha portato, e tuttora porta, grandi benefici alla comunità, non solo con la scuola d'infanzia ma anche attraverso le numerose attività sociali per grandi e piccini.

Secondo lo stolto pensiero del Sindaco noi saremmo infastiditi del fatto che il paese è pulito e che l'acqua [a suo dire] è potabile? Ma ce ne vuole di perfidia a fare riflessioni del genere! Si può tuttavia intendere il punto di vista di chi si è sempre comportato da guastatore e che quindi misura l'altrui coraggio col suo metro sfasciatore.

 

Fuori contesto dialettico sono state la maggior parte delle arringhe consiliari, rivolte quasi esclusivamente contro l'unica cittadina presente, che oltre tutto, secondo il loro pensiero, sarebbe il capo responsabile di quella che loro chiamano setta, e probabilmente anche una famosa “vecchia signora” che si vanta di aver scritto il manifesto. Un burlesco battimano va all'impareggiabile signorilità di un cavaliere, probabilmente caduto da cavallo mentre cercava le parole per offendere, ed ha finito per offendere se stesso. Veri soliloqui pieni di volgari attacchi, accompagnati dall'ordine di non disturbare; ma chi, se non c'era nessun altro?

 

Alla fine si è dimostrata una seduta consiliare per nove decimi inutile e prolissa, che ha cercato di essere soltanto distrattiva dai veri problemi, affermante quel potere personale senza opposizione; non perché la minoranza sia collaborativa ma perché la MINORANZA CONSILIARE NON ESISTE PROPRIO.

Ci si augura che almeno il consigliere Fazio, scoperta la vera natura del consesso consiliare in cui siede, avverta la stranezza della situazione e si adoperi in favore della democratica ripresa del dialogo tra cittadini ed eletti, che al momento appare sommerso nei meandri di una sorta di autoritarismo scorretto. Forse anche per parlare in questo paese sembrerebbe appropriato chiedere il permesso. Il silenzio e l'incompetenza che vogliono intorno, sono strumentali al mantenimento del controllo pubblico; e Maria Cirillo non è funzionale all'ignobile progetto, perché in grado di agitare e mettere in pericolo una vecchia roccaforte mistificatrice.

25 dicembre 2014

Maria Cirillo

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