"POLITICA E NUOVO CAMMINO"

Una marcia difficile:

la volontà popolare chiede l'addio al porcellum e un sano ritorno alla buona politica

Un eccentrico sistema elettorale, che tutti biasimano anche se alla fine fa comodo a tutti, che fascia dentro regole plumbee una democrazia per altri versi matura, attualmente costituisce l'ostacolo principale all'espressione di una genuina volontà popolare. Il nostro sistema risulta attualmente regolato da norme che cozzano con la reale rappresentanza, facendo si che, a cominciare dal Senato, non vi sia una corrispondenza proporzionale ai consensi ottenuti. La stortura viene, innanzitutto, dal famigerato premio di maggioranza, antidemocratico per antonomasia, secondo il quale non è rilevante il monte voti accumulati dalla lista, quanto, piuttosto, il fatto che si sia ottenuto anche un solo voto in più. Pur tuttavia, anche a volerci trovare il lato positivo, cioè l'auspicata governabilità del Paese, l'accettabilità del sistema premiale incontra un limite allorché si giunge a creare vere e proprie distorsioni alla sovranità popolare, come avviene per il Senato. Com'è noto, nell'elezione della Camera dei deputati, l'attribuzione del premio di maggioranza avviene sul totale nazionale dei voti. In pratica, ad una risicata maggioranza (com'è pedissequamente avvenuto in questi giorni), vengono attribuiti 340 seggi su 617 che dovrebbero, in teoria, assicurare la governabilità. A questa assegnazione premiale dovrebbe, sempre in teoria, conseguire in capo alla formazione che ne beneficia, una legittima aspettativa di ricevere l'incarico di formare il Governo. Tuttavia, l'ulteriore deformazione che deriva dal sistema di elezione dei senatori, che avviene su base regionale, manifesta ancor più artificialmente gli effetti deformanti, in quanto il premio di maggioranza viene attribuito sulla base delle cifre elettorali di ogni singola Regione. Basta che un partito o una coalizione, riesca a prevalere anche di un solo voto nella singola Regione, per venire premiata come maggioranza.

A ben vedere si ravvisa un vero e proprio sistema maggioritario, parziario ed antidemocratico, per singola regione, eufemisticamente denominato“proporzionale con premio di maggioranza” dai legislatori del cosiddetto “porcellum”. Il sistema fa sì che la vittoria in regioni come Lombardia, Campania, Veneto e Lazio, anche con un solo voto in più, porti all'attribuzione di decine di senatori aggiuntivi. Tutto questo porta il sistema ad un risultato elettorale assolutamente lontano da quella che invece doveva essere la giusta rappresentanza generale dell'Italia.

Avviene così, che nonostante milioni di voti in meno, la coalizione più carente di consensi ottenga diverse decine di senatori in più.

Se a tutto ciò si aggiunge l'altra assurdità del sistema, ovvero le liste partitocraticamente blindate, pare senza dubbio legittimata l'idea che ci si trovi in un paese in cui l'esercizio del diritto-dovere elettorale sopprima autoritariamente la libertà, facendo avvertire la forte amarezza dell'autoinganno.

Queste sono solo alcune delle crepe democratiche del sistema, elettorale e non solo, perché alla stregua delle finzioni elettorali, molte altre ingiustizie sono perpetrate nei confronti dei cittadini dall'abusato sistema Italia, a partire da un'ingiusta e pesante tassazione.

Senza pudore e senza infingimenti, occorre urgentemente prendere atto che i cittadini hanno bocciato i politici di lungo corso ed hanno espresso la loro approvazione ad illustri sconosciuti senza partiti.

Tocca a tutti prendere atto della novità impetuosamente scaturita da queste storiche elezioni. Anche noi, popolo di queste sperdute montagne delle serre, per la prima volta in grado di esprimere l'elezione un rappresentante al Parlamento, l'Onorevole Brunello Censore, portatore di innovazione e competenza, dobbiamo ammettere che la novità è stata in qualche misura sminuita a causa del sistema distorto, nonostante le democratiche primarie che gli hanno dato una forte legittimazione popolare.

Nuova linfa, corroborata dall'audacia di dire addio per sempre al dalemismo gattopardesco, avrebbe potuto salvare una situazione di arresto emozionale per la politica. L'avvicendamento era ormai divenuto un'utopia; ma soprattutto il ricambio generazionale, necessario per dare linfa alla politica, ha mostrato di non essere fattibile se non attraverso il sovvertimento delle regole. Sarebbe salutare ricordarsi sempre che le regole stantie, non consone e soprattutto squilibrate e lontane dalla società, non possono venir rispettate da nessuno.

La coalizione di centro sinistra, capeggiata in termini di cifre elettorali dal Partito Democratico, secondo rispetto al Movimento 5 stelle, si trova ad affrontare tutti i guasti dell'attuale disaggregazione civile e politica. Sarà un vero prodigio per il Centro-sinistra, con una maggioranza risicata simile a quella del 2006 con Prodi, uscirne bene senza essere costretto a cedere sotto i colpi dei ricatti.

Pare che sia davvero giunta l'ora di ascoltare adeguatamente le idee buone che vengono dalla società e che sono state fortemente gridate attraverso il recente pesante voto di protesta: acqua pubblica, sanità pubblica, scuola pubblica, lotta alla corruzione e via di seguito. Non c'è nulla di irrealizzabile in questi punti condivisi dalla maggioranza degli italiani. Poi è assolutamente necessario che se pensiamo di proiettarci verso il cambiamento vero, le parole d'ordine del centro sinistra, almeno quelle cruciali, devono essere da subito tradotte in azione. È la società che chiede subito urgenti interventi di ripresa economica e rilancio dell'occupazione, nonché complementari provvedimenti a sollievo economico degli inoccupati. Inoltre, appare basilare prendere coscienza che non è più rinviabile l'azione di riconduzione a livello eticamente accettabile delle spese della politica, azione che dovrà passare sia dal dimezzamento dei parlamentari, sia da una drastica riduzione delle rendite e dei rimborsi. Per quanto riguarda gli altri risparmi sulla spesa pubblica, basta aprire gli occhi sul mondo e ci si accorge come ciò sia fin troppo evidente ma anche facilmente realizzabile. L'ADSL gratuita per tutti, ha chiesto il popolo di Grillo, che ha utilizzato la rete per raggiungere risultati eccezionali con budget di spesa minimali se non addirittura inesistenti.

Non è tutto qui anche se già solo questo sarebbe un buon inizio per scongiurare una nuova eventuale caduta rovinosa della buona politica. Non bisogna dimenticare che il peggio potrebbe ancora arrivare per mano di chi non aveva ancora avuto la possibilità di piegare tutto a Sua Immagine.

28 febbraio 2013

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