"D'ALEMA INCONTRA I DEMOCRATICI VIBONESI "

Sprint finale del leader P.D. Massimo D'Alema a fine congresso provinciale

 

Massimo D'Alema ha incontrato il 20 novembre il popolo P.D. del vibonese in un'assemblea pubblica, svoltasi nella sede della biblioteca comunale. L'iniziativa è stata programmata nell'ambito degli incontri svolti dal leader nella stessa giornata; dapprima presso il Consiglio Regionale a Reggio Calabria, per proseguire con l'incontro di Sindaci e circoli del P.D. a Gioia Tauro, concludendo infine con quello di Vibo Valentia.

Nel primo pomeriggio si era svolta, presso i locali della Federazione P.D., l'adempimento congressuale riguardante la designazione dei delegati alla fase elettorale nazionale, per la scelta del Segretario del Parrtito Democratico. È stata presentata la sola lista aderente alla candidatura di Gianni Cuperlo e sono stati, quindi, votati i n. 4 delegati previsti, che avranno il compito, insieme al segretario di Federazione Michele Mirabello, di partecipare al Congresso Nazionale del prossimo 8 dicembre.

L'intervento del leader P.D. Massimo D'Alema ha toccato vari punti e trasmesso diversi spunti, per lo più incentrati sulla fase congressuale in svolgimento.

La sua valutazione dell'attuale panorama nazionale in sicuro decadimento –che vede Berlusconi approdare verso una caduta politica inequivocabile – e con il successo del P.D. che invece esprime il capo del governo, non vi è coerente spazio per un "partito personale". Quale opzione migliore, afferma, di quella che aspira a costruire un "partito comunità", un partito programmatico e non più esclusivaemente ideologico. Non un partito semplicemente “piglia tutto” ma un partito con identità, forte dei valori nascenti dall'insieme di tradizioni, dalla pluralità di diverse tradizioni, che però condividono comuni valori sociali, improntati sulla dignità della persona. Qualcuno afferma che si tratta di una visione vecchia della politica ma – parafrasando la situazione del recente passato – sostiene che il governo Berlusconi è stato più che altro ideologico e giammai programmatico. Nell'input elettorale berlusconiano vi è sempre stata solo ideologia, soprattutto quella che insinua la paura: paura della fiscalità, paura degli emigrati, paura del comunismo eccetera.

Il centro sinistra invece accoglie il concetto di identità forte dell'insieme di valori concettuali, che praticamente distinguano dalla destra, e quest'identità al momento viene ben rappresentata dallo spessore culturale e di pensiero di Gianni Cuperlo. Tra l'altro – afferma ancora D'Alema – Matteo Renzi desidera comunque continuare a fare il Sindaco, il che fa presumere che considera l'occasione in campo solo come trampolino di lancio per altro. Ma D'Alema contesta l'idea perché – afferma – il partito non è un trampolino, ma una grande organizzazione che discute e dibatte le questioni d'interesse nazionale. Inoltre ritiene discutibile l'ipotesi di svolgere entrambe le funzioni perché la contemporanea funzione di Sindaco farebbe ravvisare un conflitto d'interesse, in quanto un sindaco, come è normale, sarebbe portato a predilezione verso la sua comunità; mentre un segretario nazionale ha compiti più ampi e aperti all'Italia intera.

D'Alema dopo aver esposto chiaramente la sua idea in merito alla più idonea rappresentanza del partito, ha tuttavia concluso che ritiene giusto lottare per portare avanti le proprie convinzioni, ma che alla fine del percorso appare sicuramente doveroso tornare ad essere militanti disciplinati per il bene di tutti, qualsiasi esito scaturisca dalle consultazioni.

Maria Cirillo

21 Novembre 2013

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