"CITTADINI E POLITICA "

Quando si dice predicare bene e razzolare male

Sindaco che non tollera opinioni

 

Si sapeva che il Sindaco Minniti non si ponesse alcuno scrupolo nei confronti di qualsivoglia interlocutore ma, nell'occasione della pubblica assemblea indetta dall'Amministrazione comunale, ha veramente superato se stesso. Ma non sempre è possibile coprirsi praticando dispotiche strategie e nascondere gli schizzi d'acqua dopo aver lanciato il sasso nello stagno; risulta pertanto doveroso riprendere il discorso prepotentemente chiuso perché il primo cittadino non é avvezzo ad ammettere opinioni diverse dalla sua.

L'incontro (ma sarebbe meglio dire la predica), programmato per parlare di acqua e Tares, si è trasformato in un comizio (il suo pezzo forte, d'altronde) contenente quasi delle ramanzine verso i cittadini in generale e più specifiche accuse di “sparare stupidate” nei confronti di chi pensa, elementi alla mano, che l'invaso dell'Alaco non sia assolutamente idoneo ad erogare acqua potabile. Bene, non è il parere soltanto di qualche sprovveduto, fautore di “allarmismo ingiustificato”, come asserisce il sindaco. Ci sono dati, documenti e informazioni grazie a chi, come il comitato “Pro Serre” e l'associazione “Il Brigante” di Serra San Bruno, in tutti questi anni non si é fermato alle frottole rassicuranti di chi ci governa e si é mobilitato per rivendicare i propri diritti, primo quello alla salute. Allo stesso tempo però il sindaco si trova a confermare, con sue parole, che “c'è un problema serio, che in questi anni i controlli sono stati poco efficaci”. Delle due l'una, avranno pensato in molti. Però poi ha proseguito testardamente nel tentativo di convincere i presenti sul fatto che non ci sia nulla di preoccupante a parte il problema che “vengono scritti certi articoli strampalati”, cercando di screditare anni di ricerche e mobilitazioni da parte dei cittadini degli 80 comuni serviti dall'invaso in questione. Può darsi che strampalata o, più precisamente, bislacca (per la carica occupata), sia l'incapacità (o il rifiuto) di accettare che le persone possano comprendere appieno i problemi che li riguardano e che li opprimono.

Le persone di Fabrizia non sono un gregge disinteressato e fortunatamente si informano.

Non siamo certo intimoriti e siamo assolutamente in grado di confermare che ciò che abbiamo scritto sull'acqua ed anche sulla Tares. Si tratta di verificabile verità, nonostante il tentativo di intimidire e interdire la discussione sull'argomento. Come mai il Sindaco nonostante le indagini giudiziarie in corso, si sente autorizzato a parlare di “ingiustificato allarmismo”? Solo lui può saperlo.

Ribadiamo qui, ad uso e beneficio di questo Sindaco che non ammette posizioni contrarie, che quanto detto nell'incontro informativo, svolto il 16 febbraio con la cooperazione preziosa dell'Associazione fabriziese “Crescere Insieme” ed il Comitato civico “Pro-Serre”, “Vivifabrizia” e vari liberi aderenti, era ed è ciò che ad oggi si può affermare. I pericoli scaturenti dall'approvvigionamento d'acqua attraverso il cosiddetto “lago della morte” e la sua gestione ormai rifiutata dai cittadini, non sono più oscurabili. E la situazione non cambia anche se il sindaco Minniti, attraverso sfrontate provocazioni si mostra intenzionato a proseguire nel negare l'evidenza, confermando il suo potere e la volontà di monopolio delle idee. Sicuro persino di poter offendere, perché lui è “il Sindaco”! Un comunismo vagamente stalinista.

Si insinua forte il dubbio che sia, oltre che immodesto, anche in assoluta sconoscenza delle vicende dell'Alaco, se non nella misura in cui gli risulti congeniale.

Surreale e puramente illusoria risulta pure la promessa di stanziamento di 15 mila o 20 mila euro sul prossimo bilancio per commissionare uno “studio di fattibilità” provando con ciò a mettere tutti a tacere, perché l'alternativa a Sorical va prima di tutto politicamente decisa e poi amministrativamente perseguita, ricercando solidarietà e consensi. Non è certamente il modo giusto di affrontare i problemi e le legittime preoccupazioni di cittadini e movimenti a difesa del bene pubblico. Non lo è per i fatti, non sufficienti e non credibili, e non lo è per i modi sgarbati e villani di affrontare la comunicazione politica. A cosa serve un incontro pubblico con la cittadinanza se poi la cittadinanza viene ignorata e messa a tacere con prepotenza? Se ci credessero veramente ad una giusta dialettica politica, al di là dei proclami autoreferenziali, non si capirebbe la reazione quasi “isterica” e la conseguente pessima figura delle due più alte cariche del consesso civico, degne del peggiore dei governi autoritari e fascisti. Non si comprenderebbero altrimenti, per intenderci, le aggressive esternazioni verbali, non solo del Sindaco Minniti, ma anche e in particolar modo, del Vice Sindaco Signor Carè Antonio, incomprensibili e fuori luogo, al solo e unico scopo di mettere a tacere anche la più innocua forma di dissenso presente in sala. Il risultato che ne è scaturito ha solo confermato che questi signori non ammettono alcun confronto con i cittadini ma fanno solo finta, per poterli usare come strumento di potere. Hanno anche affermato di avere in mente un futuro distacco dalla Sorical, ma non li “convincerà mai nessuno” prima di essere costretti per eventi esterni. Ha firmato, per caso, qualcuno di loro, la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dal Comitato Bruno Arcuri, per la ripubblicizzazione dell'acqua? Non credo. Qualcuno dall'altra parte, quella che chiamano “opposizione tout-court”, invece lo ha fatto.

Maria Cirillo

01 aprile 2014

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