"ASSEMBLEA PROVINCIALE L.S.U-L.P.U "

Oggi, a Fabrizia, una sofferta assemblea dei precari con un futuro in sospeso

Ci voleva la stangata della Corte Costituzionale per evidenziare le difficoltà in cui si dibatte la Regione Calabria nei confronti dell'elefantiaco problema del precariato. Il precariato di Fabrizia riguarda soprattutto LSU ed LPU che oggi, con forte determinazione e persino un po' di sdegno, hanno fatto sentire la loro voce. Ad ascoltarli c'erano i responsabili sindacali della CGL, della UIL e della CISAL. L'incontro è stato organizzato dal Comune di Fabrizia presso la sala consiliare, insieme ai lavoratori interessati, ed al quale sono stati invitati tutti gli LSU-LPU della provincia di Vibo Valentia. Sfortunatamente, nonostante la disponibilità dei dirigenti sindacali ad adoperarsi per l'apertura di un'assemblea partecipata, si è invece registrata un'evidente defezione, causata, forse, dalle numerose delusioni assorbite negli anni. Erano presenti la quasi totalità dei lavoratori di Fabrizia ed una risicata rappresentanza di Vallelonga e di Serra San Bruno. Tuttavia il problema è stato lodevolmente affrontato e discusso in termini realisticamente critici, confermando le difficoltà ma prefiggendosi di concretizzare precise richieste di attenzione. Luciano Prestia ha dato comunicazione circa la programmata protesta prossima, che si estrinsecherà nell'occupazione dell'Ufficio di Presidenza della Giunta Regionale, già preannunciata al Presidente Scopelliti.

Vi è stata, indubbiamente, una rassicurante conferma concernente i finanziamenti parziali che verranno erogati a breve per sovvenzionare i progetti di cui le amministrazioni si devono fare carico entro pochi giorni. Poco più della metà della spesa occorrente per il 2013, è assicurata dai fondi già reperiti e ripartiti per singole amministrazioni. Sono stati resi disponibili dalla Regione circa ventidue milioni di euro, sufficienti a coprire sette mesi circa di attività. A Fabrizia vanno quasi 80.000 euro su 140.000 occorrenti per i 29 lavoratori per l'intero anno; mentre a Serra San Bruno, per i 98 lavoratori, sono stati assegnati 317.564 euro. Vi è stata, ancora, una sorta di promessa, scaturita dalle richieste di tutti i gruppi consiliari della Regione Calabria, tendenti al reperimento dei fondi necessari per l'intero anno 2013. Per le spettanze arretrate, invece, è stato dichiarato l'impegno della Regione a provvedere attraverso l'ammissione della spesa nella prossima contabilità da finanziare mediante riconoscimento del debito (ormai) fuori bilancio.

Sembrano tutte operazioni di grande impegno ma, come qualche LSU si chiedeva e domandava esplicitamente ai sindacalisti, quale futuro si può intravedere in una situazione così precaria? Luciano Prestia della UIL, ha ritenuto di affermare che l'elevato numero di soggetti censiti nel bacino (circa cinquemila), non renderà assolutamente vantaggioso l'inauspicato disinteresse nei confronti di questa categoria di precari. Un programma di stabilizzazione, come affermato dal Sindaco Minniti, ma anche dal dirigente CISAL, Filippo Curtosi, non è al momento in alcun modo fattibile. I Comuni della provincia sono troppo piccoli per poter assorbire il peso di un numero elevato di dipendenti. Allo stato attuale della situazione economica generale, i Comuni, per poter sopravvivere devono consorziare i servizi, oppure addirittura costituire le Unioni di Comuni.

Senza dubbio, e purtroppo, non sembra vi siano le sperate condizioni idonee a risolvere definitivamente la grave problematica, tuttavia lo spunto saggiamente lanciato dalla dirigente del sindacato CGL, potrebbe dare veramente una mano. Il punto di vista di Vittoria Toscano, chiaramente espresso senza parafrasi, è che se si fa in modo che i lavoratori siano veramente utili ai cittadini, il problema potrà essere efficacemente portato a soluzione. Un imprescindibile canale per realizzare tale obiettivo è quello di non esternalizzare i servizi e far tornare all'interno quelli già appaltati. Affidando i servizi a questi lavoratori vi sarebbe un consistente risparmio di risorse, immediatamente spendibili per stipendi e, forse anche, finalmente, per gli agognati contributi assistenziali e previdenziali. Eventuali modeste carenze di risorse sarebbero più facilmente integrabili da parte della Regione Calabria che, sicuramente, avrebbe tutto l'interesse a collaborare per contribuire all'uscita da questo tunnel. Il riordino degli enti regionali, con soppressione di quelli inutili, di cui ha parlato Francesco Fazio, non potrà costituire, da solo, una efficace manovra correttiva, tenuto conto che la Regione non avrà libertà assoluta di manovra, avendo il peso in ogni caso di ricollocare tutte le posizioni attive, sicuramente comprese quelle dirigenziali. Non si nasconda che sull'esistenza di tutti questi enti sparsi in ogni ambito d'intervento, sono state coltivate aspettative personali e di lobby, a volte legittime e molto spesso meno. La discussione politica in corso riguardante stabilizzazione del precariato mediante utilizzo delle risorse europee disponibili grazie all'appartenenza della Calabria neppure riguarderebbe, attualmente, gli LSU-LPU. Infatti, questo precariato è stato già nel passato oggetto d'attenzione attraverso misure, in parte sprecate, che avevano l'obiettivo della definitiva stabilizzazione della categoria.

2 maggio 2013

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