"NO ALACO" - SIT-IN COMITATO CIVICO PRO SERRE

Acqua, fonte di vita e di malanni

Signor Orlando, è fresca quest'acqua? “Si, presa stamattina dai rubinetti”, risponde. E' color “giallo pipì”. Scenograficamente interessante, ma “impossibile” da collocare nell'ambito dei prodotti dell'alimentazione. Ok, passiamo a dar conto di quanto sia stata sentita e partecipata la manifestazione di stamane “NO ALACO” organizzata dal Comitato civico pro-serre. Non tanto per il numero di presenti (poche centinaia), inadeguato rispetto al tema “vitale” promosso, ma per la giusta convinzione (quasi arrabbiatura) dei presenti, si può dire veramente riuscita. Attraversando il centro abitato di serra con il corteo dei protestanti in auto, si notava e si sentivano gli apprezzamenti dei cittadini serresi, non partecipanti alla manifestazione, che uscivano sulle strade e sui balconi e che incitavano ed approvavano semplicemente sibilando la parola “bravi!”.

Oltre 80 comuni sono serviti da quello che ormai appare una innaturale enorme vasca che invece di contenere l'acqua della salute, tipiche delle terre di Calabria, sane ed equilibrate, contengono il chissà quale “mal di Dio”. Tutto questo pare sia conseguenza di una disattenzione datata nel tempo. Innanzitutto non poteva essere mai pensato un invaso destinato ad acqua potabile su un sito che era stato una discarica di ingombranti, tra l'altro fortemente paludoso, che ha ingoiato letteralmente tutto ciò che l'uomo con la sua incuria gli ha propinato. Ma non solo di incuria si è parlato. Pare che si facciano ipotesi ben più criminali, visto che molti (secondo quanto affermato dal presidente del comitato civico) ricordano un andirivieni di camion “pieni di chissà cosa". Ebbene, anche gli interventi di purificazione, che si cerca di far passare come potabilizzazione, non sono adeguati al tipo e categoria cui appartiene l'acqua da disinquinare. Ovvietà è affermare che non servono granché di analisi, visto che, come rimarcato da qualche autorevole rappresentante delle associazioni aderenti, basta guardare quel bottiglione in bella mostra, per essere autorizzati ad affermare che non risponde affatto alle caratteristiche evidenti dell'acqua potabile: e cioè essere inodore insapore ed incolore; qualità visibilmente inesistenti anche affetti da semicecità.

La protesta è il minimo che si possa organizzare. Ma se non si rivelasse sufficiente, si rende opportuno predisporsi ad azioni durature più efficaci, che sveglino le autorità dormienti (o conniventi) su una situazione che si rivela come un attentato alla salute pubblica. Il rappresentante dell'Associazione “Libera”, orgogliosamente e giustamente, ha dichiarato come propria delle associazioni che si pongano in opposizione alle illegalità, la condivisione dei dissensi e del contrasto nei confronti dell'intollerabile business delle mafie e delle multinazionali, brave a fare i debiti, destinati, poi, ad essere appianati dagli incolpevoli e penalizzati cittadini. Crediamo, a questo punto, che i cittadini, veramente messi alle strette da una gestione personalistica ed affaristica del massimo bene comune, siano pronti alla protesta più incisiva e più valida che in passato. L'acqua è di tutti e la gestione non può essere privata, ma pubblica e con la partecipazione dei cittadini che, rispetto a questo prezioso bene primario, non devono essere solo “utenti” ma esseri umani “soggetti di diritto”. E' per la gestione di questi loro diritti che hanno dato delega ai loro rappresentanti elettivi. Se costoro non sono in grado di fare ciò, vuol dire che la classe politica attuale ha fallito in toto. Infatti, da circa vent'anni a questa parte, si sono adoperati costantemente, in modo subdolo ed ingannatorio, a portare il potere fuori dall'alveo istituzionale, in modo da schiudere l'organizzazione pubblica a più elevate possibilità di esprimere un parapotere di natura non esattamente democratica. E' assurdo che, a differenza di quanto si reclamizzi per gli altri prodotti alimentari, la qualità e l'economicità del prodotto a zero costi aggiunti, con l'acqua si faccia il contrario. La qualità ne ha sofferto fino ad essere soffocata e l'economicità evidentemente non li riguarda, giacché, per loro, si tratta solo di trovare la tariffa da imporre autoritativamente in base ai costi ufficializzati per la realizzazione del servizio, qualsiasi somma raggiungano. Occorre essere incisivi abbastanza da essere sentiti per far cambiare la legge, che attualmente contrasta con la condizione democratica della nostra Repubblica, in quanto oggettivamente differente dalla volontà dei cittadini, statuita dal referendum di oltre un anno fa. E' giusto che si ponga attenzione all'acqua nella sua accezione di bene universale, quale fonte di vita e diritto di tutti, ma è necessario che questa solidarietà venga realizzata in condizioni di sicurezza e di conciliabilità con la salute pubblica. Appare urgente e necessario che le fonti comunali di approvvigionamento potabile (compresi i pozzi a suo tempo abbandonati da molti comuni, tra cui Fabrizia), siano rimessi in funzione. Valgono certamente l'investimento che si andrà ad affrontare, potendo agevolmente barattare qualche spesa voluttuaria in favore di quelle ritenute essenziali. Il carico dell'acqua presente nelle nostre zone di alta montagna potrebbe fare la differenza in termini di aiuti alle popolazioni di quelle parti del mondo che ne sono prive. Ma questi sono certamente interventi di alta amministrazione, dei quali si deve prendere cura lo stato nel suo complesso e non una QUALSIASI DITTA PRIVATA che con i soldi dei cittadini si arricchisce rubando al povero per reinvestire nella società dei ricchi, fatte di alta finanza, banche, guerre e speculazioni a tutto campo.

Leggete il volantino del Comitato e meditate. Se le cose continuano così, davvero pare ragionevole attuare, sia pur provocatoriamente, una protesta seria contro il pagamento delle bollette. Se è vero, come è certamente vero, che il contratto di fornitura non viene rispettato dalla parte erogante il servizio (parte forte) non c'è motivo di temere il conseguente inadempimento del reciproco patto riguardante il pagamento del prezzo. E' stato fatto un contratto per l'erogazione di ACQUA POTABILE ed invece (quando non ci sono altri innumerevoli problemi), spesso abbiamo ricevuto acqua disgustosa, che a volte fa ribrezzo persino per lavare la biancheria.

Maria Cirillo

20 ottobre 2012

Contatore siti

SU

EVENTI SOCIALI

 

HOME PAGE

 

Torna a "Archivio Notizie"

 

www.vivifabrizia.it