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Vincenzo Costa

Con piacere diamo un benvenuto particolare all'autore Vincenzo, il quale ha inteso partecipare pienamente all'iniziativa "poesie dialettali", orientata alla memoria delle origini e delle buone tradizioni del popolo contadino ed umile. E' opportuno precisare che nella musica, specie quella tarantellara, i dialetti della montagna e della vicina marina, si sono mischiati e genuinamente accolti come propri, giacchè le popolazioni, per carattere e congiunzione di interessi economici di scambio, si sono mescolate parecchio nel secolo scorso. La cantata dialettale è stata da noi accolta nella versione cosiddetta "marinota", integrale e tradizionale, con qualche eccezione per alcune stornellate "d'amuri e di sdiagnu", delle quali si è mantenuto sporadico ricordo, in versi puramente fabriziesi. "Cu ti lu dissa ca lu mari è fundu", ad esempio, risponde alle caratteristiche più propriamente prunarise. L'intento dell'autore Vincenzo, evidentemente, mira in tale direzione, cioè, di far camminare insieme la riproposizione di stornellate fabriziesi, con le più famose tarantellate marinote.

Per questo motivo, constatato il consistente flusso di versi di cui ci ha omaggiati questo gradevole autore, dedichiamo una pagina specifica, con la speranza - e l'invito esplicito - di renderci partecipi di questa sua feconda vena vernacolare.

Tutte le poesie

Amami amuri

Amami amuri cuamu la terra allu suli

Mbrojja lu mali cu giusti paruali

Cumpessa alla notti li tristi pinziari

Ringrazia la sorti pi tia e li tua cari

 

Cumpagna di vita e sbintura

Anima ‘mpaurita e sicura

Rifriscu ‘ntjalla calura

Racina duci e matura

 

Chi mundu però chistu mundu

Chi sempi ti duna terruri

Cu fatica hai mu scavi profundu

‘ncerca di na nticchia d'amuri

 

Guardamu  luntanu

Vidimu lu mari

La notti stellata

La timpesta passata

 

Ogn'ora chi passa ti criscia

Ogni attimu tristi svaniscia

ogn'ora passata a penzari

e a cercari sicuri ripari

 

diventanu attimi eterni di luci ncantata

chi tornanu e fujanu in ogni jornata

aiutanu puru a tirari a campari

e a non pirdiri la voggja di continuari a sperari.

10\2008

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Quasto brano, ad aprile 2012, è stato tradotto in musica e cantato, dall'Associazione Liberi di sognare Fabrizia http://www.facebook.com/profile.php?id=100003784119790

(Wbm. M.Cirillo)

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Panorama Caulonia (vista dalla zona Cannizza di Fabrizia)

Pagina delle poesie di Vincenzo

in dialetto calabrese

 

 

 

www.vivifabrizia.it

 

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